Alle dieci e mezzo in punto ero là, un po’ emozionata come mi succede sempre quando mi accingo a partecipare ad un qualcosa al quale tengo particolarmente; la Pasticceria Fiaschi è stata la location di quest’anno, proprio sotto le logge di P.zza Mercatale.
Ricordo ancora quando da ragazzi, al ritorno dalle serate in discoteca, la pasticceria era praticamente una sosta obbligata per mangiare i bomboloni caldi, appena sfornati e con tanta crema …
Ma non divaghiamo e torniamo al presente …
Il corso vero e proprio è stato in parte teorico in parte pratico; le nozioni di base ci sono state fornite da
Marco Masini, docente di Dolce Lab, il laboratorio del Consorzio pasticceri pratesi e di Confartigianato che dal 2010 organizza corsi di panificazione e pasticceria. Marco ci ha spiegato come funziona tecnicamente il processo di lievitazione con un linguaggio semplice e accessibile a tutti.
La parte pratica invece ha visto protagonista Stefania Storai, padrona di casa del blog Mina e le sue ricette del cuore; appena siamo arrivati erano già pronti per noi gli attrezzi del mestiere e sotto la sua sapiente guida abbiamo cominciato ad impastare quello che sarebbe diventato la nostra bozza pratese o i nostri cazzottini, praticamente la versione mignon della bozza.
Tornando al nostro corso di panificazione, ho scoperto un’altra cosa; impastare è un potentissimo antistress. Anche se oggi abbiamo impastato a mano, Stefania ci ha spiegato quali fruste da utilizzare impastando con la planetaria; nello stesso tempo però, facendoci capire la differenza tra l’utilizzo dei polpastrelli e il palmo delle mani in determinati passaggi, nel farci sentire la piacevolezza dell’impasto che con la lavorazione operata con le nostre mani, diventava sempre più malleabile e morbido, nel percepire quella massa di acqua e farina che rispondeva sempre di più alla pressione delle nostre mani … beh, tutto questo ha reso il momento dell’impasto un momento magico, un modo come un altro per godere del tempo che passa ma nello stesso tempo rendersi conto dell’importanza dello stesso. Perchè se è vero che una buona lievitazione ha bisogno di tutto il tempo necessario, è altrettanto vero che non lo si può sprecare, pena una cattiva lievitazione che renderebbe vano tutto il lavoro. A questo proposito Sergio Fiaschi ci ha molto generosamente dato la ricetta di un ottimo pane preparato con farina Gran Prato, farina di castagne e noci; ci ha specificato però che non è tanto la ricetta ad essere importante quanto il riuscire a capire il momento esatto in cui la lievitazione arriva a compimento; questo può essere possibile solo con l’esperienza e quindi anche dando valore al tempo.
Tra un passaggio e l’altro, tra una serie di pieghe alla pasta e un assaggio dei vari lievitati preparati dalla sapienti mani di Stefania, la mattinata è giunta al termine; abbiamo riposto pertanto i nostri impasti in piccoli contenitori di plastica e li abbiamo portati a casa per completare l’opera; una lievitazione finale di qualche ora e stasera abbiamo potuto degustare il frutto delle nostre fatiche. Io ho preparato i classici cazzottini pratesi; li ho serviti insieme ad bel vassoio di affettati tra i quali spiccava, inutile dirlo, la nostra Mortadella di Prato!
Se ti piacciono le mie ricette seguimi anche su Facebook oppure iscriviti alla mia Newsletter per riceverle direttamente in posta! Ricorda che da oggi puoi anche seguirmi su Telegram e/o scaricare la mia app Uovazuccheroefarina su Google Play collegandoti qui